Spesso chi ha bisogno di consultare uno psicologo o uno psicoterapeuta si trova confuso e non sa bene come muoversi e su quali criteri basarsi per effettuare una scelta. Qui di seguito vorrei provare a dare alcune informazioni che possono essere utili per orientarsi e valutare la scelta effettuata.
Innanzitutto verificate che lo specialista sia iscritto all’Albo degli Psicologi e, se psicoterapeuta abilitato all’esercizio di tale professione: ciò può essere facilmente controllato rivolgendosi all’Ordine degli Psicologi che può effettuare tale verifica.
Considerando che quello che si instaura con lo psicologo è anzitutto un rapporto umano, è importante sentirsi a proprio agio, sentire che c’è interesse autentico per il paziente e avere la sensazione che ci si possa fidare di lui (a prescindere dal fatto che lo psicologo è comunque tenuto a rispettare il segreto professionale).
È importante sapere inoltre che esistono molti approcci diversi che fanno riferimento a teorie, metodi e tecniche diverse: i principali approcci sono quello psicoanalitico, quello sistemico-relazionale, quello cognitivo-comportamentale. Ogni terapeuta ha scelto di specializzarsi in un approccio piuttosto che un altro sulla base delle proprie convinzioni e delle proprie caratteristiche personali. Anche il paziente dovrebbe poter scegliere consapevolmente e quindi prima di intraprendere una psicoterapia può essere utile informarsi per farsi un’idea di quale approccio teorico si sente più vicino alla proprie idee e di quale sia il più adatto al proprio problema.
Pretendete un’indicazione della durata di massima della terapia: il terapeuta infatti è tenuto nella prima fase del rapporto a fornire informazioni comprensibili e chiare sulle sue prestazioni, le finalità, le modalità e le tecniche utilizzate (quello che tecnicamente viene definito il “contratto terapeutico”).
Valutate se ci sono benefici psicologici o comportamentali: se dopo 4-5 mesi di trattamento continuativo e costante non si notano segni di qualche cambiamento, allora potrebbe essere utile valutare con il terapeuta la possibilità di rivolgersi ad un altro tipo di approccio terapeutico. È proprio il Codice Deontologico, a cui devono attenersi tutti gli psicologi, ad affermare che “in ogni contesto professionale lo psicologo deve adoperarsi affinché sia il più possibile rispettata la libertà di scelta, da parte del cliente e/o del paziente, del professionista cui rivolgersi”. Quindi se il vostro terapeuta cerca di trattenervi con varie motivazioni e tenta di impedirvi di provare altri terapeuti…attenzione!
È il terapeuta al vostro servizio e non il contrario!
Altro punto molto importante è il rispetto per le vostre scelte personali, che non vanno delegate al terapeuta: il suo compito è di aiutarvi nell’incrementare le vostre possibilità di scelta e i vostri repertori comportamentali, nel trovare nuovi punti di vista, ma la scelta ultima può e deve spettare solo a voi. L’autonomia e l’indipendenza del paziente/cliente è un fattore basilare nello scegliere e portare avanti il percorso terapeutico. Infatti è ancora il codice deontologico ad affermare che: “Nell’esercizio della professione, lo psicologo rispetta la dignità, il diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione ed all’autonomia di coloro che si avvalgono delle sue prestazioni; ne rispetta opinioni e credenze, astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori”.
E in ultimo, ma altrettanto importante, il discorso economico: il compenso e le modalità di pagamento devono essere dichiarati nella fase iniziale del rapporto e lo psicologo è tenuto a rispettare le tariffe dell’Ordine, mi riferisco in particolare alle tariffe massime previste; ovviamente è vietata qualsiasi forma di compenso al di fuori del corrispettivo per la prestazione erogata.
Si tratta soltanto di alcune sintetiche indicazioni operative che possono diventare un piccolo contributo per creare una linea di demarcazione tra chi seriamente e coscientemente svolge un’importante e delicata attività per un concreto aiuto alla persona e chi, purtroppo ancora troppo spesso, specula su situazioni di disagio, fragilità e sofferenza.