Depressione: le caratteristiche del “male oscuro”

Colpisce mediamente una persona su cinque nell’arco dell’esistenza ed è una patologia prevalentemente femminile con un rapporto di un uomo ogni quattro donne, anche se l’uomo si suicida in misura doppia rispetto alla donna.

Spesso sottovalutata o banalmente confusa con stati d’animo di sconforto e di malinconia o anche di pigrizia, oggi sentiamo spesso parlare di depressione e a volte abusiamo di questa etichetta: se qualcosa è andato storto o siamo un po’ tristi subito ci definiamo “depressi”, mentre provare questa emozione spiacevole è normale ed assume anche una sua funzione nella nostra vita. Ma quando la tristezza accompagnata da pessimismo e insoddisfazione diventa malattia?

A volte si tratta di una patologia a se stante, a volte si manifesta nel decorso di altre malattie, sia fisiche sia psicologiche, in tutti i casi è un disturbo di lunga durata, spesso cronico o ricorrente, estremamente spiacevole ed invalidante. Occorre inoltre precisare che esistono tipi diversi di depressione a seconda della durata, del decorso, della presenza di episodi depressivi alternati a momenti maniacali caratterizzati da un tono dell’umore, attività motoria eccessivamente elevati che fanno sentire il soggetto instancabile.
Parliamo di depressione quando tristezza, avvilimento, malinconia, ma anche ostilità, irritabilità e rabbia non sono dovute all’uso o all’abuso di farmaci, droghe, alcol o ad eventi di vita sfavorevoli e quando si accompagnano ad un peggioramento dell’abituale vita sociale e lavorativa: le attività quotidiane diventano più difficili e a volte non sono più sostenibili e si può assistere ad un progressivo isolamento.
Possiamo suddividere i cambiamenti che si verificano nella persona in quattro grandi gruppi:
Prima di tutto i sentimenti o le percezioni: le attività della vita non sono più interessanti o non danno alcun piacere, non c’è più speranza, nessuno può fornire aiuto, tutto è inutile.
Anche le attitudini e i comportamenti cambiano: mancano le energie, tutto è faticoso, non si ha cura del proprio aspetto; si ha difficoltà a concentrarsi e tutta la vita sembra rallentarsi o al contrario si può essere presi dall’agitazione.
Inoltre compaiono disturbi neurovegetativi: si osservano cambiamenti dell’appetito con aumenti o perdita di peso, il sonno diventa disturbato con difficoltà ad addormentarsi o impossibilità di dormire o con risvegli anticipati, ma può anche capitare di avere troppo sonno; inoltre calano il desiderio sessuale e l’energia, compaiono dolori di testa, di schiena, di stomaco, nausea.
Infine la consapevolezza di sé diminuisce: il soggetto si autosvaluta, si sente in colpa anche quando non ce n’é motivo o, comunque, in modo esagerato, non riesce a decidere, si sente insicuro, inutile, pensa alla propria morte e persino al suicidio ed ha l’impressione di essere disprezzato anche dagli altri.
Il rischio di mettere in atto un tentativo di suicidio varia molto in rapporto al tipo di depressione, alla sua gravità, al carattere di base del paziente e alle condizioni ambientali in cui si trova.
Le situazioni a basso rischio sono quelle in cui la gravità della depressione non è elevata, il paziente manifesta il desiderio di guarire e collabora alla sua terapia. Le situazioni ad alto rischio sono quelle in cui la condizione depressiva è particolarmente grave, il desiderio di curarsi e di guarire è scarso o nullo e sono presenti deliri di colpa e di rovina e il soggetto esplicita spesso il desiderio di togliersi la vita e non lo fa solo in modo “teorico”, ma ha già anche pensato alle modalità con cui farlo. Se vi sono condizioni di rischio elevato di suicidio, il medico curante deve essere immediatamente informato. Spesso in questi casi è necessario procedere ad un ricovero.
Riguardo alle cause di questa malattia ci sono due modelli principali, quello biologico che individua le cause nelle strutture cerebrali e il loro modo di funzionare, e quello psicologico che sottolinea l’importanza di fattori sociali, ambientali e soggettivi. In realtà sembra che i fattori biologici e quelli psicologici interagiscano continuamente: Qualsiasi fenomeno psichico, infatti, induce modificazioni biologiche rilevabili a livello cerebrale e, allo stesso modo, modificazioni biologiche producono cambiamenti psicologici.
Ma al di là dei dibattiti sulle cause, è importante che la depressione non venga considerata pigrizia o debolezza, ma come una vera malattia che come tale va curata.