Educazione sessuale: come parlarne con i nostri figli

Di fronte alle prime curiosità su come nascono i bambini, su cosa succede tra papà e mamma, ci si trova in difficoltà perché non si sa bene cosa dire e cosa non dire e come dirlo, così si nega (non è una cosa che ti riguarda), si rimanda a tempo indeterminato (te lo dirò quando sarai più grande), si impongono tabù (ma cosa ti salta in mente di chiedere?), si cerca un colpevole (ma chi ti ha messo in testa queste idee?).

A pensarci è singolare: i genitori pensano di non avere le competenze per parlare di sessualità, ma, come si parla spesso con estrema disinvoltura di argomenti che si conoscono appena, sarebbe insensato pensare di non poter raccontare, spiegare e trasmettere un qualcosa che fa sicuramente parte della propria esperienza personale e che non si impara tra i banchi di scuola.

Utilizzare la propria esperienza non significa mettere a nudo la propria intimità, ma parlare in modo garbato di qualcosa che si conosce; se poi mancano le conoscenze per dare qualche risposta, va bene lo stesso. Sovente è più utile insegnare ai figli come si cerca la soluzione di un problema piuttosto che dare loro prontamente la risposta o cadere nell’estremo opposto spiegando loro tutto.

Prima di tutto è importante prendere consapevolezza del fatto che l’educazione sessuale è un processo che nasce con il bambino e dura tutta la vita. Attraverso il nostro atteggiamento, con la comunicazione non verbale, si fa educazione anche senza volerlo o saperlo: anche gli imbarazzi e i silenzi comunicano qualcosa, possono trasmettere il messaggio che la sessualità è qualcosa di sbagliato, di sporco, di cui non si può parlare… e allora per conoscerla cercheranno altri canali come la televisione, i media che spesso passano l’idea di sessualità consumistica, da “fast-food”.

Ma allora come parlarne?

Non spiegazioni ricche di facili moralismi e insostenibili relazioni causa-effetto di difficile comprensione, non un linguaggio troppo freddo e scientifico, ma le parole di tutti i giorni per raccontare cose semplici e vere, vissute con il cuore: può sembrare difficile ma è proprio partendo dalla nostra vita sessuale che possiamo partire per rassicurare ed offrire ai nostri figli le nostre conoscenze con amore e flessibilità.

E chi ne deve parlare?

Poiché il sesso fa parte dell’esperienza di ognuno di noi, tutti ne possono parlare, dalla mamma laureata a quella analfabeta: in alcuni casi può essere utile rivolgere le domande ad un esperto per gestire aspetti particolari, ma così come non chiamiamo un cuoco professionista per dare da mangiare ai nostri figli così in primo luogo sono i genitori a potersi occupare di questo aspetto.

E quando parlarne? Non ci si arrovella per capire quando è il momento giusto per parlare di igiene orale, della storia della nostra Italia o delle tribù africane, e lo si fa quando ci vengono poste delle domande in merito, allo stesso modo per la sessualità il momento giusto è quello che nasce dalle domande e dalle curiosità dei nostri figli. Può essere difficile perché a volte si viene presi alla sprovvista e si deve organizzare un discorso sensato e comprensibile, ma non avrebbe senso decidere di parlarne ad esempio tutti i lunedì sera…

E se vogliamo essere noi ad introdurre il discorso un buon modo può essere quello di parlare con l’altro genitore di fronte ai figli, prendendo spunto da una notizia del telegiornale, un film: in questo modo il messaggio che trasmettiamo è che il sesso è un argomento di cui si può parlare con serenità.

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