Depressione: cosa fare?

La prima regola da seguire è che occorre rivolgersi al medico agli inizi del disturbo depressivo, prestando attenzione ad alcuni campanelli d’allarme, ovvero ad alcuni cambiamenti che sono tipici dell’esordio, in modo da approcciarsi in modo corretto alla cura della depressione.

Per esempio, in una persona che prima aveva uno stato di normale benessere, pur con gli alti e bassi della vita quotidiana, i primi segnali di una depressione possono essere rappresentati da insonnia o al contrario da ipersonnia, da un’inspiegabile riduzione del desiderio sessuale, da un insolito e facile affaticamento, da una variazione dell’appetito (aumento o diminuzione), da una calo dell’interesse e del piacere per una serie di attività abituali.

Alcune volte, anche la comparsa di una condizione di ansia, di inquietudine e di preoccupazione immotivata può mascherare l’inizio di una depressione, oppure un inizio depressivo può manifestarsi con disturbi fisici di varia natura, non spiegabili sulla base di una malattia somatica in atto.

In tutti questi casi, è importante notare la durata dei disturbi: questi sintomi possono segnalare un inizio di depressione se mostrano una durata eccessiva, e non si risolvono in alcune settimane: in questo caso è opportuno sempre un controllo medico per una eventuale diagnosi precoce di un disturbo depressivo. Di solito è il medico di famiglia il primo ad essere consultato e a lui spetta il compito di analizzare questi sintomi somatici per escludere la presenza di malattie organiche.

La diagnosi di depressione da parte del medico di famiglia ha un’enorme importanza poiché permette l’inizio precoce di un trattamento adeguato attraverso l’invio agli specialisti, ovvero lo psichiatra e lo psicoterapeuta.

Lo psichiatra imposterà un trattamento utilizzando i farmaci antidepressivi: ne esistono di vari tipi che agiscono con meccanismi d’azione peculiari sui neurotrasmettitori a livello cerebrale; è vero che possono avere effetti collaterali, ma in alcune situazioni è indispensabile un trattamento farmacologico per ridurre i sintomi.

Lo psicoterapeuta invece cura la depressione attraverso la psicoterapia, non tanto focalizzandosi sui sintomi, ma sulla natura del problema e sul vissuto soggettivo del paziente per portarlo in primo luogo a capire il suo funzionamento che gli permetterà di gestire meglio le situazioni, e in secondo luogo a dare un senso alla sua sofferenza attraverso una rilettura della sua storia di vita. Uno dei “principi attivi” del lavoro psicoterapeutico è la relazione di fiducia e collaborazione che il paziente instaura con il terapeuta: è stato dimostrato che, nella terapia, questo tipo di relazione gioca un ruolo molto importante, in quanto agirebbe allo stesso modo dei farmaci, andando a modificare i livelli dei neurotrasmettitori cerebrali.